Sabato 23 giugno 2018, bella giornata di sole e clima gradevole, anzi fresco in quota.
Sono in compagnia degli amici Debora e Max, che salgono in Cadelle per la prima volta, mentre io per 'ennesima.
Raggiunta in auto Valleve in alta Val Brembana e, da lì, passando per Cambrembo, S. Simone su strada asfaltata anche (con buche da evitare) per poi salire, su strada sterrata, alla Baita del Camoscio (1750 m), dove parcheggiamo l'auto.
Imbocchiamo il sent. 116 che lasciamo dopo breve tratto per entrare nel sent. delle Orobie Occ. 101, che seguiamo fino alla bocchetta a dx del Passo di Tartano (2108 m) in meno di due orette.
Imbocchiamo poi il sentiero 201 che ci porta prima al Lago di porcile di sopra (2095 m) e poi all'omonimo passo (2284 m).
Dal Passo di Porcile, scendiamo per brevissimo tratto, dove abbandoniamo il sentiero 201 che scende a Foppolo, per prendere il sentierino-traccia che si stacca sulla sinistra e ci condurrà su Cima Cadelle.
A noi si unisce Oreste, un escursionista cremasco, che intende come noi salire in Cima Cadelle.
Il sentierino segnato con qualche ometto in pietra ci conduce in breve sotto la salita scoscesa del Cadelle, dove si inerpica e in poco tempo con un po' di fatica vinciamo gli ultimi 200 metri di dislivello fino a raggiungere una selletta e da lì in breve su facile cresta la Cima Cadelle (2483 m).
Sulla vetta si staglia una particolare statua in metallo raffigurante un bellissimo angelo a tre facce, protettore delle tre vallate (Val Brembana, Val Lunga e Val Madre) verso le quali rivolge lo sguardo, perchè non abbia più a verificarsi un disastro come quello abbattutosi sulla Valtellina e sulla Val Brembana con l'alluvione del luglio 1987.
Il cielo a sud verso la Val Brembana e le Orobie èricoperto da nuvole che avvolgono le cime dei monti, mentre a nord sulla Valtellina e le Alpi Retiche il cielo è terso e ci permette di godere dello splendido panorama delle Alpi Retiche e delle Orobie Valtellinesi della Val Madre e Val Lunga con i tre Laghi di porcile sottostanti.
Ci attardiamo in vetta accanto all'angelo delle Cadelle. che Ci accoglie con la sua mano sinistra, protesa verso di noi, quasi a volerci sollevare, come a dire: sei salito fin qui, ora sali più in alto; la mano destra, infatti, è rivolta al cielo. Bellissima la sua raffigurazione. Al posto delle ali, una suggestiva spirale che sembra per un verso descrivere il movimento che dalla terra ci innalza al cielo, per un altro descrivere la traiettoria che annulla la minaccia del cielo turbolento, scaricandone a terra gli strali, i fulmini (ed in effetti la statua funziona anche da parafulmine). Sulla spirale la frase latina "Gabriel, angele Dei, qui custos es mei", cioè"O Gabriele, angelo di Dio, che sei il mio custode". La mente va ad un antico insegnamento del catechismo, quello dell'angelo custode, ed alla vecchia preghiera che ci hanno insegnato a rivolgergli: "illumina, custodisci, reggi, governa me..." Accanto all'angelo, uno zaino con la picozza, come un fardello deposto, un peso dal quale siamo sollevati. Sotto la base della statua, una targa sulla quale sta scritto: "Angelo delle Cadelle - ì in alto si tocca il cielo con un dito e ci si sente più vicini a Dio. la montagna è uno dei mezzi che ti permette di scoprirlo; se non immediatamente, lo capisci con il tempo (Cesarotto Renato).
Dopo pranzetto al sacco e tanti scatti fotografici, scendiamo percorrendo a ritroso il medesimo percorso di salita, sostando in vari punti per scatti fotografici e soprattutto al Lago di porcile di sopra, limpidissimo e solitario specchio d'acqua, che, insieme al Lago grande e al Lago piccolo di porcile colora di blu la testata della Val Lunga.
Rientriamo quindi, facendo una salitina al Passo di Tartano (2108 m), lungo il sentiero 101 alla Baita del Camoscio, soddisfatti di aver goduto di grandiosi panorami da Cima Cadelle complice il cielo terso sul versante orobico e alpino valtellinese.